TRA IL SACRO E L'UMANO: una mostra sulla Festa della Bruna a Matera declinata sulla multisensori
Giulia ha venticinque anni, non ha ancora imparato il braille ma le sue dita hanno già amplificato il senso del tatto e sorride nel sentir apparire tra le mani il volto dolcissimo di Gesù benedicente, le guance paffute dei puttini, il saio di San Francesco. Gli occhi di Pino si sono spenti con l’adolescenza ma i colori gli illuminano il viso da dentro l’anima quando riesce a toccare le ali spiegate dell’angelo che nella Chiesa del Cristo Flagellato è in perpetuo anelito al cielo. Di quell’angelo Paolo, ipovedente e cieco da sempre, riesce a toccare una piuma e forse in quell’istante un cherubino sfavillante a lui è apparso davvero con gli occhi dell’anima, quelli che guardano più lontano di tutti. La festa della Madonna della Bruna a Matera, che da 650 anni cadenza le annate della città, coinvolge davvero tutti i sensi e è bastato amplificarne alcuni , oltre che moltiplicarne i linguaggi, per farla conoscere e sentire “oltre” i confini territoriali e oltre le barriere della percezione tradizionale. Il percorso della mostra, articolato tra gli spazi esterni e la chiesa sconsacrata – ma densa di fede e devozione attraverso l’arte- nell’ ex Ospedale di san Rocco, prevede una galleria di stampe fotografiche, d’epoca o delle feste recenti, corredata da didascalie che raccontano i momenti della festa tradotti oltre che in tre lingue straniere anche in scrittura Braille, su lastre di rame; un audio diffuso a ripetizione montato sulle diverse fasi dell’intera giornata del 2 luglio, dai canti ai mortaretti, dallo scalpitio dei cavalli allo squillo che annuncia il passaggio della Madonna, dallo “straccio” del carro ai fuochi pirotecnici ; un video che attraversa i secoli di storia della festa trasmesso a cadenza oraria su un piccolo schermo; una raccolta di pezzi in cartapesta di età compresa tra i duecento anni e le poche settimane dell’ultimo carro. Il senso dell’umanità è quello privilegiato: sono queste feste paesane, religiose, forse le realtà che più di altre riescono a mantenere, magari a ricordare e ripristinare l’autenticità dei rapporti umani che le piazze virtuali stanno cancellando. La fede e la religiosità legate alla propria terra e alle propria storia si rivelano ancora come il luogo sicuro cui affidarsi, dove sperare, dove tornare. Questa mostra in pochi giorni si sta rivelando ”necessaria”, viste le testimonianze e i sensi di gratitudine soprattutto dei numerosi turisti che hanno l’opportunità di comprendere una delle essenze fondamentali dell’anima dei Sassi. Le statue continuano a arrivare dai collezionisti privati costretti a tenerle chiuse in depositi e capannoni, comprese quelle dell’ultimo carro, stracciato solo domenica scorsa. E l’impegno del C.P. per il Club per l’UNESCO di Matera, della Soprintendenza ai beni archeologici , della sezione territoriale della Unione ciechi Italiani e di Geert Camerlinkx, imprenditore e mecenate a tutela di arte e storia di una terra in cui è giunto e ha da subito amato, anche dedicando a Matera una linea di produzione di birra , continua nel futuro sviluppo e in nuovi scenari della mostra, compreso l’impegno per la realizzazione di un Museo della Cartapesta a Matera. Oltre i selfie sui panorami mozzafiato dei sassi e della gravina, Matera si propone nella sua essenza più intima, che forse, anzi, certamente , la rende più bella e preziosa: e così si proporrà altrove, vestita di festa, con la mostra richiesta già in altre città.
“La Bruna – Umanità di una festa” è in programma dal 1 al 12 luglio 2017 (prorogata) presso l’ex Ospedale di san Rocco, piazza San Giovanni, Matera. Archivio video – fotografico : Nino Vinciguerra; fotografie : Domenico Fittipaldi e Antonio Sansone; legenda e testi: Stefania De Toma . Cimeli: collezioni private.