MATERA INCANTA DANTE: nota del Presidente del C.p.Club UNESCO Matera
Presentazione di Stefania De Toma, Presidente del C.P. Club UNESCO Matera (Gazzetta del Mezzogiorno, 1 ottobre)
" Sono i giorni, le ore prima. Enrique Irazoque sta preparando i bagagli per partire per Matera dalla Spagna. Chissà cosa sta pensando. Viene pur con problemi di salute, vuole esserci a ogni costo; forse mischiarsi alla gente di questa terra in una lettura corale vorrà dire provare a ritrovarne il respiro più autentico, l'essenza, il senso di un viaggio, oggi come fu cinquant'anni fa. Allora, nel mistero della fede, attraverso lo sguardo limpido e profondo sul Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, con lui immortalato per sempre da Mimì Notarangelo in quell'immagine di Matera che ha fatto il giro del mondo. Oggi nella condivisione della lettura di quella commedia umana e divina scritta oltre settecento anni fa che scava alla radice dell'animo come una bibbia laica, come una ricerca del senso della vita.
Dall'annuncio di un angelo tra le Murge pietrose e povere, a una voce comune che legge l'Inferno, il Paradiso e il Purgatorio in uno scenario, quello stesso, che li raffigura in modo ineguagliabile e che oggi appare come uno dei più affascinanti del mondo. Si stanno preparando alla lettura in quattrocento tra bambini, persone anziane, un magnifico Rettore e una maestrina in pensione, principi del Foro e giovani studenti, giornalisti, commercianti, benzinai, medici, operai, presidenti e uscieri, attori professionisti e dilettanti, un magistrato e dei detenuti. Già, sei detenuti. Saranno emozionati anche loro, forse. All'idea di uscire per un giorno, senz'altro, ma con la voglia di dimostrare di esistere, ancora, di volerci essere, di voler provare che dopo lo smarrimento da quella retta via può essere possibile ricominciare. Immaginarli con quei fogli tra le mani, con la Divina Commedia posata sul tavolo o sulle ginocchia mi sembra un miracolo. Come un miracolo, sedute su un marciapiede, quello di me e della barista che mi chiedeva aiuto a comprendere per poter leggere meglio, il vederci piangere di commozione nel trovare gemme come “ e sonar nella voce io e mio quand’era nel concetto noi e nostro”. E sentirmi abbracciare perché lei non avrebbe mai saputo cosa avrebbe perso non avesse conosciuto questi versi. Fu una visione di vent'anni fa la mia, giunta la prima volta a Matera, quella di voler sentir affiorare la Divina Commedia da questi luoghi graffiati dal tempo, dalla fatica, dalla storia, con le stelle del cielo che al crepuscolo sembravan entrare in quegli occhi neri scavati nelle case, con il silenzio che lasciava avvertire l 'eco lontano e lieve dei cigolii dei carri, delle piccole botteghe, di parole pronunciate in una lingua anch'essa forgiata e scavata nella calcarenite, una lingua che univa una comunità con il potere che solo il linguaggio sa avere, proprio come aveva capito Dante Alighieri. E adesso sta per succedere, attraverso un caleidoscopio di anime che si fonderà nello splendido monocromo dei Sassi di Matera. Vedere i cantori alle prove è un’emozione che difficilmente potrà abbandonarmi. Per me personalmente Matera iNCanta Dante potrebbe anche finire qui, oggi. Sapendo che centinaia di persone hanno letto poesia, la più sublime forse che sia stata generata da un essere umano, sapendo che è stata letta insieme già da ognuno nelle proprie case, nelle pause del lavoro, provando davanti a uno specchio o facendosi ascoltare al telefono dall’amico che ha studiato di più. E di quasi ognuno di essi sapendo le storie, la ragione di voler essere un cantore, dai genitori che vogliono che li ascolti dal Paradiso il loro figliolo, alla signora cui declamava la Commedia a memoria, da bambina, il nonno adorato, a quanti per esserci da venerdì attraverseranno l ‘Italia. Ma non vedo l’ ora che sia, con la scenografia dei Sassi che che inCanterà Dante e ne farà riaffiorare l’anima e, leggendo con tutti gli altri, di essere anch’io in questo sogno straordinario, grata a tanti che hanno lavorato con me e ci hanno creduto.